Sfarzosa residenza di caccia nel Cinquecento, posseduta da famiglie nobili romane e Papi, diventa nel Settecento la dimora dei Principi Falconieri che invitano i migliori artisti del loro tempo, come il pittore Pier Leone Ghezzi e l’architetto Ferdinando Fuga ad affrescare la chiesa e il palazzo. Agli inizi del 1900 viene rilevata da Senatore Luigi Albertini che restaura il borgo, bonifica il territorio e crea un’importante impresa agricola.